La cameriera spiritosa, Venezia, Fenzo, 1767 (L’astuzia felice)

 ATTO PRIMO
 
 
 SCENA PRIMA
 
 MARIANNA, LUCREZIA e BERTOLINA
 
 tutte tre
 
    Un po’ d’arte fa del bene
 qualche volta alla beltà
 ma tradirla non conviene
 con soverchia infedeltà.
 
 Lucrezia
 
5   Dispogliate qualche bella,
 non più quella parerà.
 
 Bertolina
 
    Adornate qualche brutta,
 questa ancor non spiacerà.
 
 Marianna
 
    Quel che piace e che sta bene
10poche il sanno in verità.
 
 tutte tre
 
    S’ha la sorte all’uom concesso
 sopra noi la podestà,
 in soccorso al nostro sesso
 necessaria è la beltà.
 
 Bertolina
15Via, Lucrezia... (Chiamandola)
 Lucrezia
                               Che dite?
 Bertolina
 Accomodate bene
 la nostra padroncina. Oggi, il sapete,
 dee venire lo sposo.
 Marianna
                                       Ah volentieri
 sorella mia, vel giuro,
20questo prossimo onor vi cederei.
 Lucrezia
 Bene, ed io di buon cuor l’accetterei.
 Bertolina
 L’accettareste!
 Lucrezia
                              Sì...
 Bertolina
                                        Ma non ancora
 il signor cavaliere
 è arrivato a Milan; non può sapersi
25se sia brutto o sia bel, goffo o compito.
 Lucrezia
 Io non cerco beltà, bramo un marito.
 Bertolina
 Non dubitar, sorella,
 che verrà il nostro giorno anche per noi.
 Marianna
 Verrà, verrà purtroppo. (Alzandosi)
 Lucrezia
30Purtroppo? (Con amirazione)
 Marianna
                         Sì, purtroppo,
 verrà quel dì fatale
 forse ancora per voi che il destin vostro
 rissoluto, severo,
 con assoluto impero
35del vostro core disporrà. Se mai...
 Basta... Non mi badate... Io scherzo e rido;
 (ma d’una delle due poco mi fido).
 
    Non cerco maritarmi
 per genio o per amor;
40ma voglio liberarmi
 da un critico rigor.
 
    Se vado alla finestra
 mi grida il genitor;
 oh questa è una minestra
45che mi fa male al cor.
 
    Son nubile, son nobile,
 mi voglio maritar
 e il primo che mi capita
 nol lascierò scappar. (Parte)
 
 SCENA II
 
 LUCREZIA e BERTOLINA
 
 Bertolina
50Sentiste?
 Lucrezia
                     Sì, ho sentito.
 Qualche cosa ho capito;
 cotta è la poverina e quasi quasi
 vorrei dire di chi; quel giovinetto...
 Bertolina
 Leandro?
 Lucrezia
                     Sì, Leandro. Ci scometto
55ch’egli è la fiamma sua. Farebbe male
 a tradire sé stessa
 per tema o per viltà. Voglio saperlo,
 vo’ che a me lo confidi. Ho compassione
 di lei, dell’amor suo; vo’ consolarla
60ed ho spirto ed ho cuor per aiutarla.
 Bertolina
 Fareste mal.
 Lucrezia
                          Perché?
 Bertolina
                                           Perché Leandro
 piace a me pure e, se la padroncina
 sposasse il cavaliere, anch’io potrei
 sollecitare gl’interessi miei.
 Lucrezia
65Fate così, se mai
 la padrona all’opposto
 non sposa il cavalier, fatevi innanzi
 e prendetelo voi.
 Bertolina
                                  Convien vedere
 se mi vuol egli pur.
 Lucrezia
                                      Si tenta almeno.
 Bertolina
70Sì, dici ben, si tenta.
 Sto a veder, sto a osservar per regolarmi;
 sia con questo o con quel vo’ maritarmi.
 Lucrezia
 Ti compatisco assai. La soggezione
 è una cosa assai dura. È ver che spesso
75la donna maritata
 è più soggetta ancor d’una fanciulla
 ma questo non fa nulla; è un’altra cosa.
 Si può sempre ingegnar quando una è sposa. (Parte)
 
 SCENA III
 
 BERTOLINA e FILIBERTO
 
 Filiberto
 Dov’è Marianna?
 Bertolina
                                   Non lo so, signore.
 Filiberto
80Trovala tosto e dille
 che il signor cavaliere
 mandato ha il suo corriere,
 che a momenti verrà, che si prepari
 a ricever lo sposo e che non faccia
85le scene che suol far la sua testaccia.
 Bertolina
 Perché dite così? La padroncina
 è docile e buonina.
 Filiberto
                                     Sì, una volta
 docile mi parea, mi parea buona.
 Or s’è cangiata affatto,
90dal giorno che il contratto
 l’ho obbligata a segnar del matrimonio,
 non la conosco più, pare un demonio.
 Bertolina
 Su ciò, se mi permette,
 dirò la mia oppinione.
 Filiberto
95Parla e dimmi se sai qualche ragione.
 Bertolina
 Non so ma potria darsi...
 Se mai per accidente...
 Ciò s’è veduto in tante...
 Se avesse un altro amante...
 Filiberto
                                                     Come, come!
100Ha un amante mia figlia. (Con sdegno)
 Bertolina
                                                  Non so nulla.
 Filiberto
 Se fosse ver... Cospetto!...
 Se penetrar potessi... Non può stare;
 mi conosce mia figlia e non pavento.
 Subito, sul momento
105dille che si prepari
 per genio o per dovere
 dar la mano di sposa al cavaliere.
 
    Senti; se mai ci avesse
 qualche difficoltà,
110dille ch’io lo comando
 e ch’ho l’autorità,
 che mi farò ubbidire,
 che la farò tremar.
 
    Vanne... Ma no, m’ascolta,
115tenta per questa volta,
 tentala con le buone,
 senti la sua ragione...
 Eh, che ragion non vale,
 il mio voler prevale;
120dille che m’ubbidisca
 o la farò tremar. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 BERTOLINA sola
 
 Bertolina
 Oh povera ragazza!
 Per timor, per impegno o per rispetto
 converrà che lo prenda a suo dispetto.
125È ver che al genitore
 noi dobbiamo ubbidir; ma in queste cose
 dovrebbero anche i padri
 usarci carità, che finalmente
 siam noi che ci sposiamo
130e ci dobbiamo star sin che viviamo.
 
    Quanto importa quel momento
 che si dice: «Signorsì!»
 Sia piacere o sia tormento
 s’ha da goder notte e dì.
 
135   Lo capisco e pur chi sa?
 Come l’altre anch’io farò;
 il mio sì pronuncierò
 e sarà quel che sarà. (Parte)
 
 SCENA V
 
 Loggie terrene con un telaio da ricamare e diverse sedie.
 
 MARIANNA e LUCREZIA
 
 Lucrezia
 Povera padroncina.
140Voi mi fate pietà.
 Marianna
                                   Che mi consigli
 nello stato in cui sono!
 Lucrezia
                                           Io non saprei.
 Aiutarvi vorrei; ma è un po’ difficile.
 Il vostro genitore,
 che ha diversi diffetti, ha quel fra gl’altri
145d’ostinazion ch’ogni diffetto avvanza
 e ch’ei chiama virtù, senno e costanza.
 
 SCENA VI
 
 BERTOLINA e le suddette
 
 Bertolina
 Oh signora, signora in questo punto
 è arrivato lo sposo.
 Marianna
                                     Oh me meschina!
 Bertolina
 Che amabile figura! (Con ironia)
150È una caricatura.
 Saluta ogni momento
 ed ora allo stallier fa un complimento.
 Lucrezia
 Dite, è in casa il padrone? (A Bertolina)
 Bertolina
                                                   No, non è in casa.
 Lucrezia
 Tanto meglio per noi. (A Marianna) Andate subito,
155incontrate lo sposo, (A Bertolina con premura e con foco)
 fatelo trattenere.
 Bertolina
 Ma che bel servitor che ha il cavaliere. (A Lucrezia)
 Lucrezia
 Bello davvero?
 Bertolina
                              È un bocconcin da re. (Parte)
 Lucrezia
 (S’è qualcosa di buon, lo vo’ per me).
 
 SCENA VII
 
 MARIANNA e LUCREZIA
 
 Marianna
160Ma tu Lucrezia mia,
 tu d’inutili cose altrui ragioni
 e mi lasci dolente e m’abbandoni.
 Lucrezia
 Son qui, son qui per voi; vediamo un poco
 quello che si può far. Sì ricevetelo.
 Marianna
165No.
 Lucrezia
           Vi dico di sì; finger conviene.
 Marianna
 Fingere non saprò.
 Lucrezia
                                     Se vostro padre
 del secreto s’accorge (Sempre con foco)
 povera voi. Sentite?
 Eccolo nella sala.
 Marianna
                                 Chi?
 Lucrezia
                                             Lo sposo.
 Marianna
170Son morta.
 Lucrezia
                        Presto, presto
 lasciate fare a me;
 giacché il padron non v’è,
 prendete il mio grembiale,
 mettetevi al telaio e lavorate. (Si leva il grembiale e lo pone Marianna sempre con lo stesso foco per far spiccare la mutazione di carattere)
175State zitta, sedete e secondate.
 Ehi, chi è di là, che venga
 il signor cavalier, se si contenta. (Con gravità)
 Marianna
 Ah il mio povero cor trema e paventa.
 
 SCENA VIII
 
 Il CAVALIER e le suddette
 
 il Cavaliere
 
    Madamina, vezzosina
180io m’inchino ma di cor.
 Mi protesto e sottoscrivo
 vostro amante e servitor.
 
 Lucrezia
 Tanta bontà congionta
 a tanta gentilezza
185mi confonde, signor; sieda, s’accomodi.
 il Cavaliere
 Deh mi permetta almeno
 che sulla man le imprima
 i teneri e divoti
 di rispetto, d’amor segni primieri.
 Lucrezia
190Vuol baciarmi la man? Ben volontieri.
 il Cavaliere
 Oh man che mi consola,
 mano che mia sarà!
 Lucrezia
                                       Sieda, la prego.
 il Cavaliere
 Siedo per ubbidir. Chi è quella giovane?
 Lucrezia
 È la mia cameriera.
 il Cavaliere
195Mi permetta... (A Lucrezia alzandosi)
 Lucrezia
                               Che fa?
 il Cavaliere
                                                Per un momento. (S’accosta a Marianna)
 Cameriera gentil della mia sposa
 tenete un picciol pegno... (Le dà una tabachiera)
 Marianna
 Mi perdoni, signor. (Fremo di sdegno). (Ricusandola)
 il Cavaliere
 Perché tal rustichezza? (A Lucrezia parlando di Marianna)
 Lucrezia
                                             Compatisca,
200è modesta signor. Su via, prendetela. (Leva la tabachiera di mano al cavaliere)
 Lo comando, lo voglio e non mi fate
 mai più di queste azioni. (Finge di darla a Marianna e se la pone in tasca)
 (La tabacchiera è mia). Sieda e ragioni. (Al cavaliere con gravità. Siedono)
 il Cavaliere
 Non vorrei che la collera
205vi facesse del mal. (A Lucrezia)
 Lucrezia
                                     No, non dubiti.
 Per queste cose non mi scaldo il sangue.
 il Cavaliere
 Se mai, per mia cagione...
 Lucrezia
                                                  Dica, signore,
 ha ella fatto buon viaggio?
 il Cavaliere
                                                  Ottimo; amore
 scorta fedele, amica...
 Lucrezia
210L’avrà fato venir senza fatica.
 il Cavaliere
 È ver.
 Lucrezia
               Da donde viene?
 il Cavaliere
 Da Torino.
 Lucrezia
                       È Torino
 una bella città, mi piace assai.
 il Cavaliere
 L’avete vista?
 Lucrezia
                            Non l’ho vista mai.
 il Cavaliere
215E vi piace?
 Lucrezia
                        Mi piace
 come patria felice
 del signor cavaliere.
 il Cavaliere
                                       Oh dolce! oh cara,
 oh amorosa espression che mi consola!
 Or conosco, mio ben, che voi mi amate.
 Lucrezia
220Ho piacere, signor, che il conosciate.
 il Cavaliere
 
    Ah mia Venere, mio sole,
 deh non fate più parole,
 che mi fate il cor mancar.
 
    Da quel labro, da quel ciglio...
225da quel volto sì vermiglio...
 sì, conosco... Ah mia carina
 sans façons, qua la manina,
 cosa serve più penar!
 
    Vive l’amour e la junesse,
230le bon coeur e la tendresse
 des amants sont la bonheur.
 
    Che foco, che caldo!
 Non so più star saldo,
 sudo e tremo, smanio e temo,
235non so che mi far. (Parte caricato)
 
 SCENA IX
 
 MARIANNA e LUCREZIA, poi LEANDRO e di nuovo il CAVALIERE
 
 Marianna
 Che graziosa figura,
 atta a destar nel core
 disprezzo e non amore.
 Ah Lucrezia, se invano... (Volgendosi vede venir Leandro e il cavaliere)
240(Leandro? Oimè!)
 il Cavaliere
                                     Chi è quel signore? (A Lucrezia)
 Lucrezia
                                                                          Udite. (Al cavaliere)
 Galantuomo venite. (A Leandro)
 Egli è il disegnatore
 che alla mia cameriera
 i dissegni provede. (Al cavaliere)
245Ite da quella giovine,
 ella v’additterà certo dissegno,
 parto del mio buon gusto e del mio ingegno. (A Leandro)
 Marianna
 Signor, venite qua.
 il Cavaliere
 Qual dissegno sia questo...
 Lucrezia
                                                   Andate là. (Spingendo Leandro verso Marianna e Leandro s’accosta al telaio)
250Questi dissegnatori
 più pieni d’ambizion che di sapere
 han timor che si rubbi il lor mestiere. (Al cavaliere)
 il Cavaliere
 Han ragion di temer, poiché dal vostro
 peregrino talento
255svergognato sarebbe Apelle istesso.
 Lucrezia
 Questo di sua bontà, questo è un eccesso.
 il Cavaliere
 Oh me beato appieno, (S’inchina)
 se oggi potrò sposare
 la vezzosa Marianna. (A Lucrezia)
260Con chi l’ha che andar vuole? (Leandro s’alza con dispetto per partire)
 Lucrezia
 Gelosia di mestier; non gli badate. (Al cavaliere)
 (Che m’avesse a scoprir io non vorrei). (Da sé)
 (Non avete cervello). (Piano a Leandro) Eccomi a lei. (Al cavaliere inchinandosi)
 
    Andiam, se si contenta,
265andiamo a passeggiar;
 lasciamo colla serva
 quel pazzo a tarrocar. (S’incamina)
 
    Scusi, un momento solo (Fermandosi)
 la prego a perdonar.
270Se avete dell’ingegno,
 capite il mio disegno. (Piano a Leandro)
 Restate, profittate,
 di più non posso far.
 
    Signore, mi perdoni,
275andiamo a passeggiar. (Parte col cavaliere che le dà braccio)
 
 SCENA X
 
 MARIANNA e LEANDRO
 
 Marianna
 Per profittare adunque
 del momento felice,
 meco venite alle mie stanze... Ah presto (Sentendo gente)
 colà voi solo andate,
280perché torna Lucrezia; e seco lei
 mi par sentir mio padre. (Caccia dentro Leandro)
 
 SCENA XI
 
 MARIANNA e LUCREZIA
 
 Lucrezia
 Presto, presto signora,
 datemi il mio grembiale. (Leva a Marianna il grembiale con fretta timorosa)
 Marianna
                                                 Cos’è avvenuto?
 Lucrezia
 Nulla, nulla; ho lasciato
285col padrone l’amico e viene adesso
 il servitor del cavalier; mi piace...
 e anch’io, con vostra pace... (Osservando fra le scene)
 Eccolo qua... Vi prego
 lasciarmi in libertà.
 Marianna
                                       Ma il cavaliere?
 Lucrezia
290Ne parleremo poi.
 Se ho operato per voi, vo’ far per me.
 Marianna
 Non mi tradir, ch’io sol confido in te. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 LUCREZIA e poi PASQUINO
 
 Lucrezia
 Quanto è il padron ridicolo,
 tanto il servo è gentile e Bertolina
295spera con esso invano
 di far le grazie e prendermi la mano.
 Pasquino
 Si può venire? (Sulla porta)
 Lucrezia
                               Venite.
 Pasquino
 Scusi. (Con riverenza)
 Lucrezia
                Chi domandate?
 Pasquino
 Mi par, se non m’inganno,
300che lei la sposa sia del mio padrone.
 Lucrezia
 Oibò! Non lo vedete
 all’aria ed al grembiale
 che la serva son io?
 Pasquino
                                      Circa al grembiale
 non ho niente che dir; ma circa poi
305all’aria maestosa e graziosissima,
 ella sembra padrona, padronissima.
 Lucrezia
 Accetto il complimento
 dalla sua gentilezza. (Assai disinvolta)
 Pasquino
 Oh che grazia! Che vezzo! Oh che bellezza!
 Lucrezia
310E ben, che comandate?
 Pasquino
                                             Il mio padrone
 manda alla sua padrona... Ma! Cospetto,
 il mio padron mi ha detto
 ch’ella è la sposa sua.
 Lucrezia
                                         No, v’ingannate.
 Pasquino
 Bene, m’ingannerò.
 Lucrezia
                                       Su via, parlate.
 Pasquino
315Mi manda il mio padron con queste gioie,
 perché io abbia l’onor di presentarle...
 Lucrezia
 Alla sposa?
 Pasquino
                        Alla sposa.
 Lucrezia
 La padrona non c’è;
 potete intanto consegnarle a me.
 Pasquino
320Eccole. (Le dà un scrignetto)
 Lucrezia
                 Oh son belle!...
 Sontuose! Magnifiche!
 Alla signora le presenterò.
 (Queste non son per me, le guarderò).
 Pasquino
 Fortunata padrona
325che ha serva sì gentile!
 Lucrezia
 Troppa bontà.
 Pasquino
                             Il suo nome?
 Lucrezia
 Lucrezia.
 Pasquino
                    Romana?
 Lucrezia
                                        Ah ah... scherzate. (Ridendo)
 Voi, come vi chiamate?
 Pasquino
 Io mi chiamo Pasquino.
 Lucrezia
330Di Marforio fratel?
 Pasquino
                                      Brava da vero. (Ridendo)
 Lucrezia
 (Vo’ la sorte tentar).
 Pasquino
                                        (Qualcosa io spero).
 Lucrezia
 Scusatemi signor; siete ammogliato?
 Pasquino
 Non ancora ho trovato
 la donna sfortunata
335che s’attacchi al suo peggio e che mi sposi.
 Lucrezia
 Fortunata sarà chi ha tal ventura.
 Pasquino
 Si potrebbe ingannar.
 Lucrezia
                                           Ne son sicura.
 Pasquino
 Parto del suo bel cuor.
 Lucrezia
                                           Giustizia al merito.
 Pasquino
 Mi fa onore...
 Lucrezia
                            È dover...
 Pasquino
                                                Grazia...
 Lucrezia
                                                                  Tributo...
 Pasquino
340Mi confonde...
 Lucrezia
                             Perdoni...
 Pasquino
                                                 Io resto muto.
 Lucrezia
 Signor, se mi permette,
 vado per un affar.
 Ci rivedremo. (Per partire)
 Pasquino
                              Eh, ascolti.
 Prenderebbe marito?
 Lucrezia
345E perché no? Se fosse
 qual lo bramo e desio.
 Pasquino
 E qual lo chiedereste?
 Lucrezia
                                           Ora vel dico.
 
    Voglio prendere un marito
 che all’incirca sia così:
350abbia il riso sempre in faccia,
 oda, veda, finga e taccia;
 ed allora... oh poveretto!
 Con qual pace e qual diletto
 passerem la notte e il dì.
 
355   Che se schizzignoso
 riuscisse lo sposo,
 rabbioso, geloso,
 furioso di cor,
 non parlo... Ma poi,
360sappiamo ben noi
 qual pena conviene
 a un simile umor. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 PASQUINO solo
 
 Pasquino
 Ho ritrovato affé
 quello che fa per me. Buona allegria,
365vezzosa leggiadria,
 cuor aperto, bellezza e buon talento;
 se l’avessi a pigliar sarei contento.
 Ma... bisogna pensarci.
 L’esterno è bello assai. Quel che si vede
370esser non può migliore;
 ma è donna, è donna e non si vede il cuore.
 
    È proverbio molto antico
 che a conoscere un amico
 ci bisogna un anno almen.
375E la donna, almeno due.
 No, non basta; almeno tre,
 no, né men. Vi sono stati
 de’ mariti sfortunati
 che son morti disperati,
380pria d’avere della moglie
 conosciuto il natural.
 
    Se mi ho da maritar, ti prego amore
 fammi conoscer ben la donna mia
 e acciò ch’io possa rilevar qual sia,
385falle, ti prego, un finestrin nel core. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 FILIBERTO, LUCREZIA e BERTOLINA
 
 Filiberto
 Finalmente Marianna
 ritornata in sé stessa
 ha fatto il suo dover. Ne son contento
 e lo sposo ancor più. Di’, Bertolina,
390hai tu detto a mia figlia
 ch’ero contro di lei furente, irato?
 Bertolina
 Sì signor, sì signor. (Non le ho parlato).
 Filiberto
 Così bisogna far con queste giovani
 prosontuose, ostinate.
 Lucrezia
                                           Siete certo
395ch’ella lo sposerà?
 Filiberto
                                    Ne son sicuro.
 Non v’è alcun dubbio. Il cavalier istesso
 la vide, le parlò; da lei fu accolto
 bene, come io volea, perfetamente.
 Si vede apertamente
400che le minaccie mie fato han del frutto.
 Lucrezia
 (Povero vecchio! Se sapesse tutto!)
 Filiberto
 Or tocca a voi a pensare
 la casa accomodare
 per le nozze vicine. Io delle spese
405vo’ rilegger la nota.
 Lucrezia
                                      Aimè! Che vedo!
 Il cavalier. Su via
 aiutatemi presto.
 Bertolina
                                   Ih ih, che fretta!
 Lucrezia
 Disgrazia maledetta,
 ho stracciato il grembiale.
410Portatelo di là per cortesia.
 Bertolina
 Dove è rotto?
 Lucrezia
                            Osservate. (Ne straccia in pezzi in qualche parte)
 Bertolina
 Ma se or lo stracciate...
 Lucrezia
 Via, fatemi il piacer buona ragazza.
 Bertolina
 Qualche volta da ver mi sembra pazza.
 
 SCENA XV
 
 FILIBERTO, LUCREZIA, poi il CAVALIERE, poi PASQUINO. Filiberto resta osservando i suoi conti
 
 Lucrezia
415Ora son nell’imbroglio.
 Farò quel che potrò per riuscir bene;
 ma dove è il cavalier? Eccol ch’ei viene. (Si mette in serietà e va incontro al cavaliere per allontanarsi un poco più da Filiberto)
 il Cavaliere
 A riveder ritorno
 la mia sposa, il mio ben. (Brillante senza vedere Filiberto)
 Lucrezia
                                                Dica più piano;
420non disturbiam, signore,
 la seria applicazion del genitore. (Piano)
 il Cavaliere
 Scusatemi. Davvero (Piano)
 non l’avevo veduto. E quando, o cara,
 quando verrà il momento
425che potrò consolar l’ardente affetto?
 Lucrezia
 Verrà. (Con affettata tenerezza)
 il Cavaliere
                Verrà? (Con tenerezza)
 Lucrezia
                               Sì sì verrà. (Come sopra)
 il Cavaliere
                                                     L’aspetto. (Come sopra)
 Filiberto
 Ah cavalier! (Accorgendosi di lui lo chiama)
 il Cavaliere
                          Perdono;
 non vorrei disturbarvi. (Si volta impetuosamente e corre a lui)
 Filiberto
 Non vo’ rimproverarvi
430ma vedo che voi siete... (Scherzando per averlo veduto vicino a Lucrezia e passa nel mezzo)
 Lucrezia
 Signor, mi conoscete. (Grevemente, con riverenza a Filiberto)
 il Cavaliere
 Sono mortificato.
 Non temete di me, son delicato. (A Filiberto)
 Filiberto
 Nulla, nulla, scherzai. Quando volete
435si concludan le nozze?
 il Cavaliere
                                           Ogni momento
 che per me si tardasse, oh che tormento!
 
 Finale
 
    Col rispetto ch’è dovuto
 dalla sposa al genitor,
 vi dirò che son venuto
440per aver sì bell’onor.
 
 Filiberto
 
    Sì signore, ci s’intende,
 in contrario non c’è nulla;
 quando è pronta la fanciulla,
 io l’accordo di buon cor.
 
 il Cavaliere
 
445   Cosa dice la signora? (A Lucrezia)
 
 Lucrezia
 
 Una figlia obbediente
 si rassegna ed acconsente
 quando parla il genitor.
 
 Filiberto
 
    Quando parlo io son sentito
450e voglio esser ubbidito,
 che non v’è che replicar.
 
 a tre
 
    Sì signor, così va bene
 e meschiare ognor conviene
 la dolcezza col rigor.
 
 Pasquino
 
455   Con sua licenza... (A Lucrezia)
 
 Lucrezia
 
 (Ecco l’imbroglio).
 
 Bertolina
 
 Vieni, che fai? (A Lucrezia dall’altra parte)
 
 Lucrezia
 
 (Meglio che mai!)
 
 Pasquino
 
 Ho consegnato
460quel che m’ha dato. (Al cavaliere)
 
 il Cavaliere
 
 Tutte le gioie?
 
 Pasquino
 
 Sì, mio signore.
 
 Filiberto
 
 E dove sono?
 
 il Cavaliere
 
 Le avrai tu avute? (A Bertolina)
 
 Bertolina
 
465Non le ho vedute,
 se a me parlate.
 
 Pasquino
 
 Qui... qui le ho date. (Accennando Lucrezia)
 
 Lucrezia
 
 Sì, son belissime,
 son sontuosissime;
470e a chi le dona
 fan dell’onor.
 
 Bertolina
 
    E non mostrarle! (A Lucrezia)
 Non dirmi niente?
 
 Lucrezia
 
 Taci, imprudente, (A Bertolina)
475ch’ho un batticor.
 
 Bertolina
 
    L’hai forse rotte? (A Lucrezia)
 L’hai tu perdute?
 
 Lucrezia
 
 Son più che belle.
 
 il Cavaliere
 
 Eh bagatelle!
480Picciola cosa
 per una sposa
 che gioie merita
 di più valor.
 
 Pasquino
 
    Lucrezia... (Piano a Lucrezia)
 
 Lucrezia
 
                          Zitto.
 
 Bertolina
 
485Vorrei... (Piano a Lucrezia)
 
 Lucrezia
 
                    Tacete.
 
 Filiberto
 
 Che imbrogli avete
 col servitor.
 
 Lucrezia
 
    Mi cerca conto
 di quelle gioie
490che a me fur date.
 
 Pasquino
 
 Le ho consegnate.
 
 Filiberto
 
 Vorrei vederle.
 
 Lucrezia
 
 Si vederanno. (Sempre imbrogliata)
 
 Bertolina
 
 Mettile fuora.
 
 Lucrezia
 
495Si metteranno.
 
 il Cavaliere
 
 Portale ancora.
 
 Lucrezia
 
 Si porteranno.
 
 il Cavaliere, Filiberto a due
 
 Farà gran mina
 questa sposina
500tutta brillanti,
 tutta splendor.
 
 Lucrezia
 
    (Le gambe tremano,
 mi batte il cor).
 
 Pasquino
 
    Dov’è il grembiale? (Piano a Lucrezia)
 
 Lucrezia
 
505Oh che animale!
 Con lor licenza... (Per partire)
 
 Bertolina
 
 Ma piano un poco. (Trattenendola)
 
 Lucrezia
 
 Ma questo è un giuoco,
 lasciami andar. (A Bertolina)
 
 Filiberto
 
510   Per questa sera
 che sia allestito.
 
 Lucrezia, Bertolina a due
 
 Sarà servito
 ma con amor.
 
 il Cavaliere
 
    Ah questa sera
515sarò felice? (Prende Lucrezia per mano)
 
 Filiberto
 
 Piano, signore.
 
 Bertolina
 
 Brava da vero!
 
 Pasquino
 
 Signor padrone... (Ingelosito)
 
 il Cavaliere
 
 La soggezione
520mi straccia il cor.
 
 tutti
 
    Nozze, nozze e presto presto
 né qui stiamo a contrastar,
 che lo sposo con la sposa,
 se mai fosse oggi gelosa,
525si sapranno accomodar.
 
 Fine dell’atto primo